Sei un giovane o un veterano del mondo del lavoro e sei stato convocato per un colloquio dal cui esito dipenderebbero tantissime cose, prime tra tutte la tua crescita professionale e il consolidamento economico. Vuoi la posizione e pur di averla saresti pronto anche a fingere. Già, fingere… niente di più sbagliato. Ti farò un semplice esempio, forse un po' forte, ma sono gli esempi forti che s'imprimono bene nella mente. Immagina d’aver ottenuto successo e fama, che te ne stia andando a zonzo per la città, ma a un tratto, la pancia cominci a darti inquietanti segnali e tu non sappia più cosa fare. Sudorazione, ansia, panico e, alla fine, il “bisogno primario” ha la meglio offuscando tutto il resto. Ora potrebbero spillarti danaro in abbondanza, portarti via la tua adorata bentley fiammeggiante, relegarti per anni su di una palafitta, e saresti felice, pur di avere a disposizione una… tazza! Parafrasando Re Riccardo III, “Il mio regno per una tazza”! Cosa intendo dire con ciò? Semplicemente che fingendo al colloquio da buon Pinocchio potresti davvero ottenere il posto (il successo e la fama dell’esempio), ma nel medio/lungo periodo il “bisogno primario” di esser te stesso ti massacrerebbe e quindi, sudorazione, ansia, panico e assoluta voglia di fuggire, costi quel che costi!
Non fingere quindi, anche perché potresti perdere l'occasione di ottenere un lavoro per cui sei veramente qualificato. Se l'Azienda non dovesse avere al momento una scopertura per una posizione per te confacente, potrebbe apprezzare la tua autenticità e tenerti in evidenza per eventuali posizioni future.
Trovare un lavoro non è il punto d'arrivo, ma solo quello di partenza, sentire squillare la sveglia di primo mattino non può e non deve equivalere ad ascoltare le campane a morto, recarsi sul posto di lavoro non può essere vissuto a lungo come andare al patibolo. Quante volte hai sentito amici o parenti dire “questo lavoro fa schifo”, “avrei voluto fare ben altro”, “non vedo l’ora di arrivare a fine giornata”? Prova a chiedere, se sei in confidenza, se e quanto siano stati autentici al colloquio di selezione.
Credimi, c’è davvero tantissimo che puoi fare per restare te stesso al colloquio: ricerche per comprendere il tipo d’azienda e le caratteristiche della posizione da ricoprire; prepararti domande per avere un quadro chiaro su cosa ti viene richiesto, dove, con quali modalità, impegno e compenso; crearti uno schema mentale in cui evidenzi con schiettezza i tuoi punti di forza e di debolezza, capacità e competenze, esperienze e aspettative di crescita professionale, di carriera ed economica.
Più avrai un quadro chiaro di cosa cerca l’Azienda e di cosa vuoi, meno problemi avrai in futuro! Contattami per qualsiasi dubbio o consiglio.